Niente sesso: il piacere dei miei slave è servirmi
Mi chiamo Anna, ho 49 anni e sono una Mistress. Non pensate che giri avvolta in corsetti di latex, tacchi a spillo e slave tenuti al guinzaglio: ho un lavoro normale, una famiglia e sì, certo, anche alcuni schiavi. Con loro «gioco». Definiamo così, nel gergo bdsm (acronimo che sta per bondage, disciplina, sadismo e masochismo), gli incontri erotici. I rapporti però non si esauriscono in sessioni di gioco, comunque molto belle e intense. Con i miei slave faccio anche passeggiate, mi incontro per bere un caffè o vedere una mostra e spesso i soli ordini che dò loro riguardano i panni da stirare o i piatti da preparare per cena. Perché il loro piacere è servirmi, che si tratti di cucinare, riordinare la casa o spazzare il pavimento. Il sesso «tradizionale», inteso come un rapporto fisico con penetrazione, c’entra poco o niente – anche perché mi succede di «imporre» loro la castità. Contrariamente a ciò che mi succede nelle relazioni di coppia normali, nelle quali non sono mai g...