Niente sesso: il piacere dei miei slave è servirmi

Mi chiamo Anna, ho 49 anni e sono una Mistress. Non pensate che giri avvolta in corsetti di latex, tacchi a spillo e slave tenuti al guinzaglio: ho un lavoro normale, una famiglia e sì, certo, anche alcuni schiavi. Con loro «gioco». Definiamo così, nel gergo bdsm (acronimo che sta per bondage, disciplina, sadismo e masochismo), gli incontri erotici. I rapporti però non si esauriscono in sessioni di gioco, comunque molto belle e intense. Con i miei slave faccio anche passeggiate, mi incontro per bere un caffè o vedere una mostra e spesso i soli ordini che dò loro riguardano i panni da stirare o i piatti da preparare per cena. Perché il loro piacere è servirmi, che si tratti di cucinare, riordinare la casa o spazzare il pavimento. Il sesso «tradizionale», inteso come un rapporto fisico con penetrazione, c’entra poco o niente – anche perché mi succede di «imporre» loro la castità. Contrariamente a ciò che mi succede nelle relazioni di coppia normali, nelle quali non sono mai gelosa dei miei partner, lo sono invece molto dei miei schiavi. Con loro, infatti, si creano legami molto forti: io la definisco una «penetrazione mentale», che per noi è più coinvolgente del sesso tradizionale.

GUARDA VIDEO GRATIS BDSM

Come mi sono «scoperta»

Ho sempre saputo di avere quest’attitudine. Però quando ero adolescente non era semplice confrontarmi su questo tema: non c’era internet e di libri e film sul bdsm se ne trovavano pochi. Quei pochi spesso avevano per protagonista un Master uomo e una slave donna e magari finivano con il lieto fine di una storia d’amore. Così le mie storie, compresa quella con mio marito, sono state «tradizionali». Tutto è cambiato, però, quando qualche anno fa mi sono separata. Mi sono iscritta a un sito di dating e tra i profili degli uomini mi ha colpito quello di uno che si diceva pronto ad accontentare e servire una padrona. Mi ha incuriosito, così gli ho scritto. Un po’ per caso e un po’ per gioco è iniziata la mia attività di Mistress. Attività che ora tengo nascosta: non perché me ne vergogni, ma perché sono riservata. Non escludo, per esempio, di parlarne apertamente con i miei figli quando saranno grandi.



I miei slave

Per il momento la vivo in maniera parallela rispetto alla mia vita «normale»: ho conosciuto e frequentato diversi schiavi, costruendo con loro rapporti molto intensi. Sono persone colte, raffinate. Anche molto belle. Spesso hanno storie già avviate e consolidate con donne che non sanno nulla di queste loro inclinazioni e con le quali hanno rapporti «tradizionali». Però, in parallelo, sono devoti a me. Niente giochi psicologici e torture mentali: la base è sempre il rispetto. Quando dò degli ordini ai miei schiavi lo tengo sempre a mente. Insomma, avete presente «50 sfumature di grigio»? Ecco, dimenticatelo: per me è quanto di più lontano esista da un rapporto bdsm.


GUARDA VIDEO GRATIS BDSM

Cos’è, per me, il bdsm

Per esempio, io ed i miei schiavi non abbiamo rapporti sessuali, se non di rado: il piacere di uno schiavo è servire la sua padrona e per me, la padrona, il piacere è farmi servire. Si tratta di un piacere mentale, insomma, molto diverso da quello fisico. Il sesso tradizionale non è scomparso dalla mia vita, ma devo dire che è molto meno importante rispetto a prima. La svolta vera e propria, per me, è arrivata il giorno in cui il mio primo schiavo si è buttato a terra e ha omaggiato i miei piedi leccandomi le scarpe: ho provato una vertigine mentale che non mi sarei mai aspettata. Molti schiavi, nella loro venerazione per le Mistress, arrivano infatti ad adorare anche gli oggetti dei quali le padrone si circondano. Scarpe, ma anche capi di vestiario. Mi è capitato di far felice un uomo semplicemente inviandogli una foto della mia scarpiera. Dove non ci sono solo decollettes con i tacchi a spillo: a lui, a loro, piacciono anche gli scarponi da montagna. L’importante è che siano oggetti che appartengano a me.

GUARDA VIDEO GRATIS BDSM

Post popolari in questo blog

CLASSIFICA MIGLIORI PORNOSTAR MILF ITALIANE